
Venerdi 05/10/2007
Ormai ci siamo, tutto è pronto, l’auto carica e rifornita, noi ci guardiamo e ... tutti insieme diciamo in coro : partiamo ?!? E via.... Monaco, l’Oktoberfest e Dachau sono vicini, “solo 550 km”. Questo piccolo viaggetto in terra tedesca e ad ottobre era stato organizzato già da maggio e ora ci siamo. Siamo due coppie, e partiamo alle 9 circa di mattina. Il Brennero è un’autostrada quasi infinita. Ci fermiamo ogni tanto a fare pausa e per il pranzo, oltre per l’acquisto della vignetta (bollino “vignette” per le autostrade austriache con validità 10 giorni – il minimo – per €. 4,30 e finchè c’eravamo anche per il passaggio del Ponte Europa – vicino a Innsbruck – andata e ritorno per €. 16,00) Le autostrade tedesche non si pagano, sono molto ben tenute e con i nostri limiti; fare attenzione.
Consiglio : Sulla A/22 Modena-Brennero passato Bolzano fermarsi in una stazione di servizio e acquistare la vignetta e anche il biglietto per il Ponte Europa (se proseguite dopo Innsbruck) andata e ritorno, così non vi dovrete fermare al casello e acquistarlo, passerete per entrambe le direzioni nella corsia di sinistra – tipo telepass, veloce e comodo tanto il costo è lo stesso.
Arriviamo a Monaco all’albergo Schlicker verso le 16.30 è stata lunga. L’albergo si trova in centro, a due passi dalle attrazioni storiche e goderecce della città e ha pure un parcheggio (€. 10 al giorno, non male con i tempi che corrono oggi) . Voglio uscire vedere o meglio rivedere, perché io e Chiara eravamo già stati a Monaco nel dicembre del 2003; chissà se qualcosa è cambiato…. La città mi sembra molto pulita, come sempre, si sentono gruppi di ragazzi che vanno e vengono dall’Oktoberfest; beh è il periodo giusto. Sistemiamo la borsa, una lavata e giù verso il centro. Dopo due passi siamo già in zona pedonale; molto estesa nel centro della città. Prima tappa obbligata l’ Hard Rock caffè,
Qui Hitler fondò il partito nazionalsocialista; meno male che ad oggi è solo un’allegra e affollata birreria; dove si beve, si mangia e ci si diverte. Proseguiamo, ormai è sera e fa freschetto. Arriviamo all’edificio chiamato Residenz.
. Sede del potere politico della città bavarese, dove su un monolite marmoreo alto 11.60 metri è stata innalzata una splendida statua bronzea della Madonna patrona della Baviera (per ringraziarla della fine dell’occupazione svedese 1631-34) con l’edificio simbolo di Monaco il NEUES RATHAUS (nuovo Municipio) e il suo famoso carillon
, il più grande di tutta la Germania, con le sue 43 campane, che tutti i giorni alle ore 11, 12, e d’estate alle 17 anima le sue 32 figure in rame a grandezza naturale. Sopra sono raffigurati i festeggiamenti per le nozze del 1568 tra il duca Guglielmo V e Renata di Lorena, con la giostra in loro onore, nel corso della quale un cavaliere bavarese disarciona un lotaringio, sotto è rievocata la danza che i bottai eseguirono al termine della pestilenza del 1515-17 e che ancora oggi ripetono, ogni sette anni, durante il Carnevale.Rientriamo in albergo, stanchi, sfiniti, ma contenti Monaco è sempre bella e tornarci, conoscendola già un po’ è splendido.Per cena siamo andati vicino all’albergo in un ristorantino in stile bavarese chiamato Meinhaus schneider dove abbiamo mangiato una squisita fonduta, per finire con una birra nella birreria più famosa l’HB
Sabato 6/10/2007
Oggi ci dedichiamo al motivo vero della visita a Monaco, l’Oktoberfest !!!! Il giorno di apertura, il sindaco della città prima di aprire la prima botte urla : O' zapft is... e che la festa cominci!
Ogni anno, per due settimane, Monaco diventa la capitale mondiale della birra con l'Oktoberfest, nata nel 1810 per festeggiare le nozze del principe ereditario Ludwig (che nel 1825 salirà al trono col nome di Ludwig I) con la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen ed in seguito diventata la festa popolare più grande del mondo.
Si tiene proprio nel parco dedicato alla sposa Theresien wiese, e ci si arriva comodamente con la metro. Ogni casa tedesca produttrice di birra ha un suo “tendone”
L’unica cosa che non mi è piaciuta è stata la diluizione della birra, ovvero ho avuto il piacere di assistere alla spillatura di un boccale dove metà era acqua e metà birra, non ci voleva !
Oltre alle tende e a tutto il merchandising
Rientrando verso il centro, abbiamo percorso la zona pedonale Kaufingerstrasse, per giungere davanti al Duomo La Frauen Kirche
bellissima chiesa dedicata a Nostra Signora, dove due torri di 99 metri
con le cupole a cipolla del 1525, tipiche della Baviera sono divenute uno dei simboli della città. Ormai la giornata si è conclusa, rientro in albergo e cena in un locale tipico in Marienplatz; ormai domani si parte.Domenica 7/10/07
Per l’ultimo giorno abbiamo ancora due tappe prima del rientro in Italia; una goliardica
L’ Allianz Arena
e una molto seria il campo di Dachau .Il primo è lo stadio finanziato dalle due squadre cittadine e inaugurato solennemente nel maggio del 2005 e sportivamente con la partita inaugurale dei Mondiali di calcio del 2006. Bellissimo, soprattutto pensando che la struttura esterna che racchiude lo stadio è in tessuto sintetico e dei ventilatori la mantengono sempre gonfia al punto giusto e inoltre, cosa più bella è che si può colorare a seconda della squadra che vi gioca
può contenere circa 70.000 persone (esattamente 69.900) e al suo interno vi è anche un museo. Per nostra sfortuna alla sera vi giocava il Bayer Monaco e pertanto l’ingresso era vietato. Procediamo verso nord e raggiungiamo il paesino di Dachau, a 18 km. a nord-ovest della città. Questo delizioso paesino in stile bavarese è purtroppo tristemente associato alla presenza di uno degli atroci campi di sterminio nazisti. Seguire le indicazioni per NZ-Gendenkstatte (visita ore 9-17, chiuso il lunedi) dal 1933 al 1945 furono barbaramente assassinate 50.000 persone. L’ingresso è gratuito, si paga il parcheggio €. 2 e se si vuole l’audio guida in lingua (consigliata) €. 3. Già al cancello di entrata vi è una frase inquietante “ ARBEIT MACHT FREI ” (IL LAVORO RENDE LIBERI) davvero terribile. Il campo era nato inizialmente come fabbrica di munizioni e quindi sembrava un posto di lavoro.
L’edificio principale il Jourhaus era il posto di comando del comandante del campo; ospita un museo di reperti, testimonianze e video, davanti c’è il monumento alle Vittime delle deportazioni di Fritz Koelle
Consiglio : noleggiare la guida in lingua è economico e spiega tutto per bene, con approfondimenti e testimonianze.
La visita di questo primo campo di concentramento, preso ad esempio per la sua struttura per tutti i campi di questo genere, fa davvero riflettere e si viene via con il pensiero di cosa possa fare un uomo ad un suo simile è un’esperienza da fare nella vita, una sola cosa mi gira in testa : MAI PIU’ !
Bene, la nostra gita a monaco e dintorni si conclude qui, è stato un bel fine settimana.
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